| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
Identikit e probabile sistema del nuovo allenatore del Borussia Dortmund.
Con Peter Bosz il Dortmund sembrava aver cambiato faccia. Era un allenatore abile nella gestione dei giovani, un tecnico che portava un'identità precisa di gioco idonea agli elementi a disposizione, una scelta di reazione allo sperimentalismo sfrenato di Tuchel nella passata stagione.
Qualcosa è andato storto. Nonostante la grande compattezza tattica, almeno ideale, il Borussia è arrivato terzo con soli due punti (due pareggi contro l'ultimissimo Apoel) in un girone di Champions difficile ma che poteva andare decisamente meglio. Il bilancio in campionato (prima dell'arrivo di Stoeger) era decisamente più negativo: settimo posto a -13 dal Bayern, con 6 vittorie, 4 pareggi e ben 5 sconfitte. Le aspettative erano altre, soprattutto per le difficoltà riscontrate ad inizio stagione dai Bavaresi.
Ma se è per questo, il bilancio di Peter Stöger in questa stagione era molto più negativo: è stato esonerato dal Colonia dopo il ridicolo score di 11 sconfitte e 3 pareggi in 14 partite. Avete letto bene, soltanto tre punti per una squadra che doveva ambire alla qualificazione in Europa League. Dunque, la scelta è discutibile per questo motivo. Il passato del tecnico, poi, non è di certo di livello top. Un campionato austriaco nel 2013 con l'Austria Vienna, una Zweite Liga (Serie B tedesca) con il Colonia. Poi un dodicesimo, un nono e un quinto posto l'anno scorso, forse quest'ultimo l'unico risultato per cui vale veramente la pena averlo chiamato.
Le squadre di Stöger giocano un calcio rapido, fulmineo, cinico, ma che crea poco. La fase difensiva (copertura a zona) lascia a desiderare, in quanto non sempre c'è buona densità nella copertura degli spazi, e contro le squadre contropiediste il rischio di subire è elevato.
Il 4-1-4-1 / 4-4-2 (classica alternanza di moduli del tecnico austriaco) proposto nella prima gara contro il Magonza ha soddisfatto e battuto 0-2 i padroni di casa. Tatticamente il Borussia dovrebbe presentarsi così, per sfruttare i tanti velocisti e giocatori offensivi in generale a disposizione, senza una precisa idea di coppie di ruoli e per questo largo spazio al talento. Occhio all'utilizzo di Pulisic, possibile chiave di imprevedibilità. Occhio alle prossime settimane.