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Delusione in alta quota

 | Paolo Brescia |

Difficile stabilire chi esce più deluso e chi più "contento" dai 3 pareggi 0-0 delle prime 4 del campionato. In valori tecnici la Roma, seguita a ruota dal Napoli, perché più forti delle avversarie. In valori di stagione la Juve, perché probabilmente meritevole di vittoria contro l'Inter. In valori di prospettiva l'Inter perché avrebbe potuto imprimere tutt'altra forza alla gara e dunque alla stagione, vista l'impressione che si aveva di spartiacque. Dunque delusione, eppure tutte e 4 a modo loro hanno gioito del pari delle altre.

       


Qualcuno grida agli anni 70, il dato ci parla di 3 0-0 che hanno il loro peso sulla stagione: 
il primo peso è quello del sabato di Torino: la Juve è più costruittiva dell'Inter, anche se vede ancora poco la porta. I nerazzurri hanno il merito di saper tenere, ma la sofferenza di sabato dovrà far riflettere: è sì difficile battere l'Inter (per ora i numeri ci dicono che è impossibile) ma non è così arduo mettere pressione alla squadra di Spalletti. Dunque, saper incartare le gare è un primo, solido passo, ma servono altre dinamiche, quelle per esempio della Juve, che ha un carattere più completo. E' anche questione di saper respirare l'aria d'alta quota. Un profilo che dobbiamo sicuramente ancora testare per l'Inter, vedremo cosa ci dirà soprattutto gennaio. Quel che è certo è che i nerazzurri hanno costruito la base ormai per restare in altissimo, al di la del piazzamento finale. Una buona cascina.

Allegri dunque, Spalletti dunque. C'è un toscano in più, Sarri, che invece non rivede più i suoi in campo: il Napoli va ancora a vuoto (il solo Zielinksi nelle ultime 3), l'attacco si spegne, la difesa zoppica un po': le vie di analisi che si aprono sono due (le ritroveremo simili anche a Roma): o Sarri è un fallimento, o si tratta di una flessione di un organico necessariamente forte e interessante, ma divinizzato in maniera assurda, controproducente. Propendiamo per la seconda ipotesi, ricordando il vecchio, caro ingrediente dell'equilibrio. Ma d'altronde lo abbiamo già evidenziato. Bene la Viola, piuttosto, che dopo il ko interno con la Roma non ha più perso.

L'altro 0-0 di giornata, ricordando che questa sera la Lazio ha l'occasione di tornare altissima, e Milan e Samp avanzano a piccoli passi (3 punti per Ringhio, ma ancora non c'è squadra), è quello della Roma. Di Francesco lo aveva intuito, nel pre gara, che la presuzione è la peggiore delle cose possibile in approccio (Genoa-Roma, Roma-Qarabag, e ieri): presunzione non per superbia, ma pensiero già settato sui 3 punti, come se fossero dovuti. Discorso che non può essere fatto da chi deve inseguire, da chi ha bisogno di non perdere mai. Certo, come ricordato in apertura, è una delusione che poi ha punte di serenità visti gli stop di tutte, ma il grande vantaggio di avere la gara meno ardua era sulla bocca di tutti. Proprio questo, ha fatto mancare la decisiva spinta. Quindi non sembrerebbe un problema di gioco, anzi, la Roma lo sta limando in maniera quasi ossessiva, per giungere alla creazione di una situazione sempre più attenta e puntigliosa. Risolta, o messa in moto, la testa dinamica, cioè quella che si attiva anche nei match meno difficili, c'è dietro un gruppo di livello enorme.

E' passato forse inosservato ma è stato un turno salvezza di grande importanza, con le vittorie di Udinese e Sassuolo sulle altre in zona rossa e il pari di Spal-Verona. Oggi Lazio, domani Atalanta.

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