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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Quarti di finale: Brasile-Belgio


Il secondo quarto di finale tra Brasile e Belgio, in scena stasera, è una sfida tra la più solida e la più divertente.


Se il Brasile sembra la favorita per vari motivi, il Belgio finora è una di quelle che ci ha fatto divertire di più. Mentre i verdeoro hanno passato un girone non facile (Serbia e Svizzera erano due grandi insidie del torneo) ed eliminato l'ottimo Messico agli ottavi mostrando nel complesso larga superiorità tecnica seppur con qualche debolezza, i diavoli rossi hanno concluso un girone agevole piuttosto serenamente e superato agli ottavi con una rimonta memorabile (da 0-2 al 3-2 macinato in pochi minuti) il buon Giappone di Nishino.


Il Belgio di Martinez è una nazionale con tanto talento. Un talento che nel 2014 in quanto acerbo aveva rappresentato grossi limiti, mentre ora sembra maturato e capace di creare situazioni di gioco interessanti. Se la fase offensiva è stata in queste prime quattro gare particolarmente prolifica (ben 12 le reti) in virtù di movimenti dell'attacco ben funzionanti (magistrale il contropiede che ha portato al terzo gol contro il Giappone), quella difensiva ha rappresentato un neo di cui tener conto. Il pacchetto posteriore, schierato tendenzialmente a 3 o a 5, ha fatto spesso fatica a rientrare e coprire gli spazi, per via di un baricentro piuttosto alto ma non condito da una linea di centrocampo schierata bene. Tutt'altro: i mediani hanno spaziato troppo liberamente, raramente si sono posizionati bene per garantire compattezza alla squadra.


Il Brasile di Tite, oltre a possedere un organico di qualità altissima, è impostato molto bene. I movimenti difensivi sono perfetti, il centrocampo è un ottimo collante, raramente i verdeoro finiscono in serie difficoltà, riuscendo a nientificare le fasi offensive avversarie. Ad esempio, Serbia e Messico, due squadre votate all'attacco, non sono mai riuscite a sfondare.
Se nelle prime gare l'attacco era simbolizzato da troppi fraseggi poco concreti, progressivamente anche la fase offensiva è cresciuta (e con quegli uomini non poteva che essere così) e rappresenta pertanto un'arma letale ulteriore alla fase decisiva, che come abbiamo detto, è quella difensiva.

In sostanza, entrambe le squadre dovranno essere pazienti, e il Belgio in particolare dovrà difendersi meglio per cavarne qualcosa.

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