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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Le grandi vincono

| Emanuele Onofri |

I primi quattro ottavi di finale di Champions si sono conclusi e Real Madrid, Liverpool, Manchester City e Juventus sono ufficialmente allo step successivo, quello dove si scontreranno le prime otto squadre d’Europa.



Il Real Madrid, come abitualmente accade, accede ai quarti di finale battendo però il Paris Saint Germain nel doppio confronto, in un ottavo che poteva benissimo considerarsi una finale anticipata. Gli uomini di Emery scesi benissimo in campo al Bernabeu si erano portati in vantaggio, dominando a tratti la partita nel primo tempo, ma dopo il pareggio di Cristiano Ronaldo su un generosissimo rigore concesso al 45’, non è più riuscito a ritrovarsi, perdendo il punto di riferimento in attacco (Cavani), preferendo coprirsi per difendere il pareggio. Mossa che si è dimostrata sbagliata quella di Emery, che ha portato gli uomini di Zidane a schiacciare il PSG nella propria metà campo, ricercando la vittoria tra le mura amiche: vittoria che si è infatti concretizzata grazie al secondo gol di Ronaldo e al 3-1 finale firmato da Marcelo dopo un fantastica azione in duo con Asensio. Martedì sera il PSG si è ritrovato a dover compiere l’impresa di segnare due gol al Real Madrid senza però subirne, tutto ciò senza l’acquisto più oneroso della storia del calcio, Neymar, fuori per tre mesi a seguito di una frattura al 5º metatarso rimediata contro il Marsiglia. Il Madrid, forte del risultato di andata, si presenta con un 4-4-2 molto accorto, dove fanno notizia le assenze contemporanee di Kroos e Modrić, sostituiti da Casemiro e Kovacic a centrocampo. La partita è stata da subito molto combattuta, ma priva di vere e proprie occasioni da gol fino alla fine dei primi 45’ quando Mbappè ha sprecato una grande occasione, scegliendo di battere a rete da posizione angolata invece di servire Cavani da solo a centro area. Il secondo tempo si apre nel segno del Real Madrid che si porta in vantaggio con un colpo di testa di Cristiano Ronaldo (che raggiunge quota 117 reti in Champions League) dopo una bella azione partita dall’imbucata di Asensio per l’assistman Lucas Vazquez. Come se non bastasse 10’ dopo Verratti si procura il secondo cartellino giallo, lasciando i suoi in dieci uomini e mettendo di fatto la parola fine sul percorso del PSG in questa edizione della Champions. Il PSG colpito nell’orgoglio continua comunque a provarci, trovando il gol con Cavani a seguito di un doppio rimpallo, ma venendo nuovamente superato nel finale da un tiro di Casemiro deviato da Marquinhos. 5-2 complessivo a favore degli spagnoli e addio al sogno Champions, almeno per quest’anno, per il presidente Al-Khelaïfi.


Totalmente diversa la storia del confronto tra Liverpool e Porto, dimostratosi un miss match a favore dei Reds di Jürgen Klopp che nella partita di andata avevano dominato in lungo ed in largo, calando un pokerissimo all’Estadio do Dragão, firmato dalla tripletta dell’ispiratissimo Manè intervallata dalle reti di Firmino e del capocannoniere della Premier, Salah. Nel match di ritorno gli uomini di Conceição si sono presentati per evitare un’ulteriore imbarcata piuttosto che per provare la rimonta ed effettivamente l’obiettivo è stato raggiunto con lo 0-0 finale, dove un Liverpool poco ispirato e con Adam Lallana al posto di Salah, si ferma ad un palo colpito da Manè, che consente a Casillas di tenere la porta inviolata ad Anfield, impresa riuscita quest’anno solo al WBA e allo United di Mourinho.



Simile al percorso dei Reds quello dello spettacolare Manchester City di Guardiola, che dominando la partita al Saint Jakob-Park doveva ieri sera solamente difendere lo 0-4 all’Ethiad, firmato all’andata dalla doppietta di Gundogan e dai gol di Aguero e Bernardo Silva. Forse proprio l’eccessiva sicurezza dei Citizens li ha portati a prendere la partita sotto gamba: 1-2 infatti il risultato maturato a Manchester in favore del Basilea, unica squadra in stagione a riuscire a conquistare i tre punti in trasferta all’Ethiad. Di Elyonussi e Lang i gol degli svizzeri che soffrono il controllo del gioco del City sfruttando al massimo le occasioni avute riuscendo addirittura a ribaltare il risultato dopo il momentaneo vantaggio di Gabriel Jesus. Nonostante il piccolo passo falso gli uomini di Guardiola vincono il turno con un punteggio di 5-2 e si confermano seri pretendenti alla vittoria finale.



Due partite spettacolari invece quelle dell’Allianz Stadium e di Wembley, dove Juventus e Tottenham si sono date battaglia per oltre 180’. Due partite molto simili: ritmi molto alti, imposti dal gioco degli Spurs e accettati dai bianconeri capaci però di gestire i momenti di forcing della squadra di Pochettino. All’andata una Juventus eccezionale per i primi 45’, con la doppietta ed il rigore sbagliato di Higuain, poi grandi occasioni sprecate ed il Tottenham che riprende la partita grazie ai gol di Kane ed Eriksen. Al ritorno ruoli invertiti, con un Tottenham straripante che si porta in vantaggio dopo svariate occasioni grazie al gol del migliore dei suoi, Son, dopo un rigore solare non concesso alla Juventus dall’arbitro polacco Brych. I primi minuti del secondo tempo sono caratterizzati da interventi duri e grande fisicità, ma come abbiamo imparato i bianconeri sono duri a morire e, dopo qualche aggiustamento tattico, beffano per due volte la disattenta difesa del Tottenham, prima con Higuain e poi con Dybala su assist dello stesso Pipita. A poco serve il forcing finale degli Spurs fermati anche dal palo colpito da Kane.

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