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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Come sarebbe il mondo

| Paolo Brescia |

Come sarebbe il mondo, se tutto quanto fosse...spostato di un secondo.



Così canta Marco Masini. Una domanda, forse un appello, un malinconico tentativo di non abbandonarsi alla fatalità e riparare gli errori. Qui, invece, nel pluridiscusso giorno del grande Addio, noi ci chiediamo come sarebbe stato il mondo (il calcio, la Roma, noi) senza Francesco Totti. Una domanda silenziosa che prevede una risposta forse ancor più intima, perché ognuno di noi, ognuno di voi, Amici, ha un ricordo personale incancellabile di Francesco Totti, un misterioso segreto con se che non vorrà svelare. Anche di odio, beninteso, perché l'odio è un forte sentimento, spesso covato in segreto. L'ammirazione? La rivalsa? La gratitudine? L'Amore smisurato? Ciascuno sa.


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Invece tocca chiudere il cerchio, adesso. Si chiude il sipario su questa favolosa realtà, su questa reale favola, come preferite, e si chiude non nel modo più bello e sperato possibile, tra piccoli dissapori, amarezze. Ma pensateci, chiudere una storia così profonda è semplice? Pensate con intensità, abbandonarsi dopo tanto cammino compiuto assieme è piacevole, non provoca amarezza? E poi quell'amaro non è così mestamente romanista, così immensamente giallorosso? L'agrodolce che il sapore più noto alle papille del romanista, che più del dolce latte materno cresce con le amare erbe del rimpianto, del pensiero spostato verso dove si vince, dove i trofei scappano addirittura di mano. Ma dove l'Orgoglio (che si tramuta in fanatismo, forse, e lì senza dubbio si sbaglia) del Vero e del Bello trovano una casa, un luogo accogliente e adatto ad ospitare tutti. Ecco perché Totti, alla fine, tanto ha diviso ma tutto ri-unisce, avendo inconsciamente e pazientemente (per 25 anni, con gli Umani limiti di un Errante comune) tessuto l'ordito che ha sostenuto la trama di questa parte di storia giallorossa.

Non possiamo smettere di pronunciare solo una parola, solo un sottile, lieve, sereno (ma solcato da profonda commozione) "GRAZIE", che è, così espresso, iconico, magari d'occasione. Eppure così vicino all'Umanità profondissima di Francesco Totti. Un uomo normale, un Capitano Eterno.

Qui sotto invece spazio alla penna ben più fine di Matteo Nucci, scrittore. Citiamo il suo pezzo che raffronta Totti e Odisseo.

"L'intelligenza astuta e lungimirante che gli avrebbe permesso di vedere ciò che a pochissimi giocatori riusciva di vedere. La consapevolezza degli spazi, la capacità di anticipare e tagliare il campo con un raggio di luce, l'abilità nell'adeguarsi al momento particolare, agli umori dei compagni e degli avversari per aprire il campo con un gesto imprevedibile. Proprio come Odisseo, Totti ha coltivato il dono della battuta, della parola mormorata con finto disinteresse e apparente distacco, ma in realtà calibrata a arte |...| Ma più di tutte le caratteristiche straordinarie di questo uomo unico, |...| Totti mi è parso Odisseo per la casa, per la sua casa, Roma.

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