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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Nuovi equilibri, vecchie impressioni

| Paolo Brescia |

La nuova serie A, superata la pausa internazionale, si presente con nuovi equilibri ma anche, e soprattutto, vecchie impressioni.



Le impressioni di settembre che ci lascia il terzo turno di A, in sostanza, ruotano su tre grandi fronti, che sanno di già sentito, di vertice, e tre di bassofondo:
Le Milanesi non hanno i numeri uguali, sono rette da gestioni opposte e in controtendenza: la rosa nerazzura ha dalla sua Spalletti e Icardi, i due opposti che si sono trovati. I rossoneri hanno trovato il primo ko della stagione nel primo dei veri match, e il campanello d'allarme è suonato: alla Lazio è bastato giocare (con grandissima forza, va detto) 20 minuti per sconquassare la retroguardia milanista, pur governata dall'esperto Bonucci, in un momento imbarazzante, viste le ultime prestazioni;

La Juve ha una forza e una caratura mentale ancor più grande di un gioco che deve ancora limarsi al meglio ma può contare sulla stabilità estrosa del fenomeno con la 10;

Il Napoli ha alcune ben note difficoltà nel controllo della testa delle partite ma provoca costante eccitazione con la palla tra i piedi, soprattutto quando la gestione verte tra Mertens e Insigne. Resta sempre l'impressione di una squadra non totalmente completa in ogni reparto: lo scacchiere difensivo, infatti, è privo della pedina capace di spostare gli equilibri di un match, ma è anche da dire che questo Napoli subisce effettivamente meno sortite offensive del passato. Ora la prova del nove in Champions.

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E i tre grandi fronti del bassofondo, sinteticamente:
Il Verona non è squadra da A, dalla testa alla porta, da Pecchia a Nicolas. E speriamo di essere smentiti, ma le dinamiche sembrano chiare, la vittima sacrificale sembra già sull'altare, pronta. 5 gol dalla Viola, con tutto che questa Fiorentina è un cantiere, e un cantiere ha sempre i numeri per stupire, sono troppi;

Il Benevento ha il vento contrario, a dispetto del nome: nelle tre gare nessun episodio in favore, gol nei recuperi e pochissimo esito: ma il gioco è senza dubbio visibile e i risultati potrebbero arrivare;

Crotone e Sassuolo sono a rischio, discorsi sulla lunghezza del campionato a parte: hanno rose deboli e guide rispettivamente appagate e inesperte. Non serve suonare l'allarme ora, serve analizzare i numeri di oggi per provare a prevedere quelli di domani.

Con la Roma ferma per l'acqua, è spazio alla settimana della ripresa europea: prima Juve e Roma con le spagnole, poi il Napoli in Ucraina; infine Milan in Austria, Lazio in Olanda e Atalanta in casa con il tosto Everton. Rooney a Bergamo, già è storia.





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