| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...
| Emanuele Ciccarese |
Un girone che vede due squadre favorite per i primi due posti, e altre due che dovranno lottare per passare il turno.
Un girone che vede due squadre favorite per i primi due posti, e altre due che dovranno lottare per passare il turno.
BRASILE
Da molti indicata come la favorita numero uno. Il nuovo tecnico Tite è alla prima prova importante con la nazionale verdeoro, che plasmerà sul modello classico del 4-3-3, in perfetto stile brasiliano. La rosa è qualitativamente eccellente, ci sono tanti uomini che possono garantire dinamismo tattico e giocate offensive.
In porta c'è il gatto Alisson reduce dalla eccellente stagione con la Roma che gli ha permesso di essere preferito al numero uno del City Ederson. Davanti i due centrali dovrebbero essere Thiago Silva e Marquinhos (ma occhio a Miranda), supportati dai terzini Marcelo e Danilo. Il centrocampo dovrebbe essere composto, per garantire un minimo di equilibrio, da Casemiro, Paulinho e Fernandinho, dietro al trio d'attacco che potrebbe variare da partita a partita o a gara in corso. Sicuro del posto solo il diamante Neymar (riserva d'oro Firmino) e forse la punta del Manchester City Gabriel Jesus: a destra solo uno tra Coutinho, Willian e Costa (in ordine di preferenza) troverebbe spazio. È una gran nazionale, che dovrà fare i conti con la mentalità altalentante e l'equilibrio tattico.
SERBIA
La Serbia, a uomini, è una signor squadra. Il tecnico Krstajic la imposta con un roccioso ma allo stesso tempo tecnicamente molto elevato 4-2-3-1 che permette di fare un gioco molto fluido ma solido.
In porta il veterano Stojkovic, davanti a lui una bella coppia di centrali formata da capitan Ivanovic e Tosic; in alternativa c'è Milenkovic, giovane della Fiorentina, che potrebbe partire titolare nel caso in cui Ivanovic venga scchierato a destra. Rukavina è il terzino destro, Kolarov il terzino sinistro che, come con City e Roma, funge da regista aggiunto quando si costruisce dal basso. A centrocampo ci sono tante alternative. Se i titolari sono Matic e Milinkovic-Savic (che però rappresenta un'incognita in quanto ha sulle spalle sole tre presenze e Krstajic non lo "vede benissimo inserito nel suo contesto tattico"), dietro ci sono Milvojevic e Grujic, alternative qualitativamente elevate che giocano in Premier. Anche davanti il talento abbonda: Kostic a sinistra, Ljajic al centro e Tadic a destra dovrebbero essere titolari e insidiati da Zivkovic e Radonjic. Unica punta dovrebbe essere Mitrovic, con Jovic partente dalla panchina.
La Serbia, in definitiva, può essere una delle sorprese del Mondiale. Continuità e mentalità permettendo.
SVIZZERA
La Svizzera è reduce da un ottimo girone di qualificazione, in cui è arrivata seconda a pari punti con il Portogallo per via della differenza reti. Quella di Vladimir Petkovic è una squadra piuttosto equilibrata che si schiera solitamente con il 4-2-3-1, che si difende bene praticando la riaggressione e attacca prevalementemente in ripartenza.
Davanti al solito ed esperto Sommer troviamo una difesa a 4 molto solida e talentuosa. I centrali sono gli impostatori Schär e Akanji, i terzini fluidificanti Ricardo Rodriguez e Lichtsteiner, che possono dare una grossa mano in fase offensiva. Sulla mediana sarà sicuramente titolare il centrale dell'Arsenal Xhaka, affiancato da uno tra Zakaria e Freuler. Dietro all'unica punta Seferovic agiranno i trequartisti Zuber, Dzemaili e Shaqiri.
Per loro sarà dura, ma con l'accortezza tattica difensiva che li caratterizza potrebbero sopravvivere.
COSTA RICA
Molti la ricorderanno come la cenerentola del 2014, quando buttò fuori Italia, Inghilterra, Grecia e uscì ai rigori con l'Olanda poi semifinalista. Da lì non è cambiato molto. Il commissario tecnico Oscar Ramirez ha mantenuto il calcio ultra-difensivo che gli ha permesso di fare quel cammino incredibile quattro anni fa. È rimasto ovviamente in porta l'estremo difensore del Real Madrid victor omnium che sarà simbolo della nazionale. Davanti a lui una conservativa difesa a 5 (da destra: Oviedo, Duarte, Gonzalez, Acosta, Gamboa) e un conservativo centrocampo a 4 (Bolanos, Guzman, Borges e la stella Ruiz) dietro al ruolo di unica punta che sarà conteso da Campbell e Urena.
Ripetersi sarà difficile, ma non impossibile.