| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Francesco Lalopa |
Dopo la fine del ciclo di Jurgen Klopp il Borussia Dortmund ha vissuto annate altalenanti, alternando periodi esaltanti a momenti di buio totale in cui i risultati latitavano. Il solo Thomas Tuchel è riuscito a sedere sulla panchina per più di una stagione, vincendo tra l'altro una Coppa di Germania, prima della separazione avvenuta nel 2017. Il suo sostituto, Peter Bosz, ha salutato anzitempo i "giallo-neri" per esser sostituito da Peter Stoger, sostituito a sua volta a fine stagione da Lucien Favre, attuale allenatore del Borussia e tra gli artefici di questo grande avvio di stagione.
Ex allenatore del Nizza, Lucien Favre non è nuovo al mondo della Bundesliga. Infatti l'ex allenatore della compagine francese in passato è stato alla guida dell' Herta Berlino e del Borussia Moenchengladbach, salvando il club al primo tentativo nello spareggio salvezza e conducendolo nelle annate successive sino alla Champions League.
Il suo Borussia Dortmund in campo è schierato con il 4-2-3-1, modulo che gli consente di poter schierare davanti ai due mediani quattro giocatori offensivi, in grado di intercambiarsi velocemente, abili tecnicamente e molto rapidi.
Difensivamente il Dortmund può schierarsi alternativamente col 4-1-4-1 o col 4-5-1. Ma guai a pensare che sia una squadra che ama chiudersi nella sua metà campo, tutt'altro: uno dei principali strumenti di offesa della squadra di Favre è il pressing con cui si spinge sino alle soglie dell'area da rigore per indurre il più possibile l'avversario all'errore o al lancio lungo, preda poi della linea difensiva che arriva quasi a ridosso della metà campo. Oltre alla ricerca del pressing, altra caratteristica del Borussia è il continuo tentativo di spingere l'avversario verso le linee laterali del campo, zone in cui può essere chiuso da terzino e dall'esterno, mentre il centrocampista centrale presidia le linee di passaggio più agevoli, sempre col fine di ottenere un lancio lungo che si rivelerà infruttuoso.
Dinanzi all'esperto Burki, si piazzano due giovani centrali come Diallo e Zagadou, spesso in alternanza con Akanji ed il più esperto Toprak. I giovani però ai lati sono assistiti da terzini esperti come Piszczek o Schmelzer o da giocatori sempre più importanti nelle gerarchie come Guerreiro, giocatore in grado di contribuire spesso e volentieri con assist e gol alle vittorie dei giallo-neri.
Il centrocampo a due vede il ritorno in Europa di Axel Witsel, giocatore in passato cercato da tantissime squadre, anche italiane, ma che ha preferito trasferirsi in Cina. Di certo tra gli uomini con maggior esperienza in rosa, per lui è stato facile prendere il controllo del centrocampo del Borussia, divenendone presto leader. Al suo fianco Favre ha letteralmente l'imbarazzo della scelta, potendo scegliere tra due giovani interessantissimi come Weigl e Dahoud, entrambi dotati di doti tecniche importantissime e che possono consentirgli di diventare tra i migliori nel loro ruolo. A loro è deputato il compito di far circolare il pallone e trovare i tre trequartisti alle spalle delle linee avversarie.
Il quartetto offensivo schierato da Favre può contare su una grande quantità di talento, tra i migliori a livello di prospettiva in Europa. Al centro di tutto c'è la figura di Marco Reus, capitano e vero e proprio veterano della squadra, che sembra aver quasi risolto gli innumerevoli problemi fisici che ne hanno minato la crescita negli anni e che forse gli hanno anche impedito di lasciare Dortmund per lidi migliori e di maggior risalto. In grado di giocare indifferentemente in tutti e quattro i ruoli offensivi, può contribuire grazie alla sua tecnica ed alla sua velocità, caratteristiche che lo rendono imprevedibile per l'avversario e che gli hanno consentito sino ad ora di poter siglare 5 reti e servire 5 assist. La sua alternativa è Mario Gotze, tornato nel club dove è esploso dopo l'infruttuosa esperienza al Bayern Monaco. Sino ad ora per lui però poche sono state le presenze, anche a causa dell'agguerrita concorrenza. Infatti, oltre a Christian Pulisic, un altro talento sta esplodendo: Jadon Sancho, esterno inglese di appena 18 anni che sino ad ora ha segnato 5 reti e fornito 7 assist, attirando su di se gli occhi di mezza europa. Ovviamente tutti i difetti della giovane età non vengono nascosti, come l'insistenza con cui cerca il dribbling, ma le capacità realizzative e la sua rapidità riescono a mettere in secondo piano questo difetto che quasi certamente, col passare del tempo, riuscirà a limare e a volgere a proprio favore.
Orfani di Batshuayi, trasferitosi in estate al Valencia, l'attacco del Dortmund poggia sulle spalle di Maximilian Philipp e Paco Alcacer. Il primo è giunto in estate dal Friburgo per 20 milioni mentre il secondo, arrivato in prestito dal Barcellona, ha scelto la destinazione per trovare minuti da titolare. In cambio ha già siglato 7 reti, imponendosi come punta titolare della squadra dopo aver passato due stagioni di apprendistato alle spalle di un colosso del ruolo come Suarez con la maglia del Barcellona.
Una squadra giovane ed imprevedibile, con amplissimi margini di crescita che gioca un calcio veloce ed aggressivo. Cosi è riassumibile il Borussia Dortmund targato Favre. Ed ora, sull'onda dell'impresa in Champions League con l'Atletico Madrid, sconfitto con un roboante 4-0 ed una prestazione tutt'altro che casuale, neanche il sogno Bundesliga, di solito monopolio del Bayern Monaco, è cosi lontano.