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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Lo strano caso della Fideiussione

rio_alve |
È dato di fatto che il calcio ormai abbia lasciato da tempo la dimensione esclusivamente ludica delle sue origini e che il peso specifico di interessi economici e finanziari sia divenuto preponderante. E’ fu così che in un sonnolento e afoso sabato di fine luglio scoppiò una bomba. 

Il dinamitardo, per così dire, risponde al nome di James Pallotta, presidente della Roma e ricco imprenditore statunitense. Il presidente di origini italiane è molto diretto e ponendo l’attenzione sulla brillante campagna acquisti del Milan. Effettivamente gli anni ’90 sono un lontanissimo ricordo: ora il primario obiettivo è diventato per ogni società il mantenimento corretto dei conti. Non fare mai il passo più lungo della gamba è diventato il credo di riferimento di presidenti e direttori sportivi. Ecco, a tutto questo, fa difetto il Milan e Pallotta lo sottolinea stizzito. La questione è presto spiegata e pone due quesiti: la società lombarda spende sul mercato cifre ingenti non considerando le regole che impongono la salvaguardia dei propri conti ma soprattutto nessun addetto del settore, grossi organi di stampa o operatori di mercato fanno notare questa stonatura. 

L’iniziativa per portare il focus su questo argomento deve insomma arrivare dall’altro lato dell’oceano e questo ci appare alquanto insolito. Dal punto di vista economico è successo questo: la società Milan è da poco passata di mano e la liquidità per operare è stata garantita da un prestito concesso dal fondo Elliott, fondo americano proprio come il presidente Pallotta. Il prestito di 303 milioni di euro ha però bloccato come garanzia quasi tutti gli asset del Milan rendendo complicato per qualsiasi istituto di credito concedere fideiussioni a garanzia delle operazioni di mercato. La FIGC con il comunicato n. 165/A del 30 maggio 2017 prevede infatti che ogni acquisto fatto in fase di calciomercato debba essere coperto da una fideiussione a garantire la rateizzazione dei pagamenti previsti e che il termine per presentarle fosse la data dell’11 agosto. Il Milan, non senza fatica, è riuscito tuttavia nell’intento di presentare tutte le fideiussioni necessarie e a farlo nei tempi previsti ma il problema di fondo rimane apertissimo. La società rossonera dovrebbe cercare di tornare con i conti in ordine ma su questo buon proposito gravano diversi aspetti: al fondo Elliott devono essere restituiti in cinque anni 303 milioni più gli interessi (che vanno dal 7,7% all’11,5%), il monte ingaggi è cresciuto di 35 milioni di euro e la Uefa non ha accettato il piano di rientro proposto dalla società per soddisfare i parametri del Fair Play Finanziario.
Rimane il fatto che tra due settimane il pallone riprenderà a rotolare sui verdi campi della serie A, i titoli dei giornali si occuperanno di gol e risultati e questi discorsi da commercialisti verranno accantonati. Accantonati, non dimenticati. 

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