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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana...

Voglia di riscatto: Marco Giampaolo


Con Faccia da Mister oggi andiamo a parlare di uno degli allenatori più controversi e sorprendenti delle ultime stagioni di Serie A, capace di passare in brevissimo tempo dalla guida di una squadra di Lega Pro a possibile candidato per la panchina della Nazionale Italiana, passando per le esaltanti esperienze di Empoli e Genova, sponda blucerchiata. 

Spesso lo si vede col volto corrucciato, preso da chissà quali pensieri. Ma mister Giampaolo sa anche sorridere e la sua Sampdoria gli sta dando grandi soddisfazioni sotto questo punto di vista

La carriera da allenatore di Marco Giampaolo, come tante, ha avuto un inizio complicato fatto di esoneri, dimissioni, litigi con dirigenti e presidenti. Di tutte le squadre guidate, due sono state quelle che hanno fatto balzare gli onori della cronaca, in senso negativo, Giampaolo come allenatore: Cagliari e Brescia.
 In Sardegna ci arriva nell'estate del 2006, ancora senza patentino da allenatore e con solo la breve esperienza di Ascoli come capo-allenatore, mentre la nostra Nazionale era intenta a giocare il Mondiale della rinascita dopo lo scandalo Calciopoli. Nonostante un avvio stentato ed un esonero durato pochi mesi, la squadra riesce a salvarsi con una giornata d'anticipo. Il rapporto col presidente Cellino non è mai stato dei più idilliaci ed infatti ad inizio stagione 2007 viene nuovamente esonerato, per poi esser richiamato di fretta e furia poco dopo un mese. Di tutta risposta ha rassegnato le proprie dimissioni, adducendo come motivazione il fatto che per lui "Orgoglio e dignità non hanno prezzo".

Nel comune lombardo invece ci arriva dopo un lungo periodo di stop dai campi, durando sulla panchina delle "rondinelle" appena un paio di mesi, prima di dare il via ad un curioso caso di "latitanza di allenatore", durato due giorni, al mattino successivo alla decisiva sconfitta col Crotone.
Due scelte che hanno fatto sicuramente discutere, ma che ci fanno capire che il Giampaolo uomo, prima ancora che allenatore, è una persona capace di mettere la propria dignità davanti al denaro. Una persona poco disposta a scendere a compromessi con la critica e che per lavorare ha bisogno di un ambiente coeso e sano, senza eccessive pressioni, lontana dal voler essere mainstream come tanti colleghi e che non vuole cercare costantemente il conflitto con chi sta dall'altra parte ( sia esso giornalista, dirigente o tifoso ). 

La stagione di Empoli è stata vitale per Giampaolo, un vero e proprio punto di svolta.

Ciò che però rende Marco Giampaolo così speciale e così apprezzato dagli addetti ai lavori è la sua capacità come allenatore. Sin dal suo ritorno in A sulla panchina dell'Empoli è stato in grado di schierare una squadra che riuscisse a stare in campo senza difficoltà e che presentasse delle caratteristiche essenziali nel calcio moderno e non comuni per un gruppo in lotta per la salvezza: compattezza tra i vari reparti, capacità di palleggiare ma anche di saper cercare subito la verticalità, organizzazione difensiva e pressing. 
Nella sua parentesi toscana ad Empoli fondamentale è stata la scelta di non allontanarsi dal sentiero tracciato dal predecessore Sarri, partendo soprattutto dal modulo utilizzato: il 4-3-1-2. Importantissime sono state anche le intuizioni di Zielinski mezz'ala ( ruolo che ricopre tutt'ora al Napoli con grande efficacia e che consente di nascondere i limiti legati al dinamismo che nella posizione originaria di trequartista soffriva troppo ) e Paredes vertice basso del centrocampo a tre, posizione da cui può dirigere il gioco con i propri ritmi e con una visione di gioco assolutamente eccezionale, caratteristiche che lo hanno portato a vivere una stagione importantissima in maglia giallorossa lo scorso anno, seppur in una veste tattica diversa, visto che Spalletti preferisce giocare col doppio mediano dinanzi la difesa. 
Grande merito va dato quindi a mister Giampaolo, in grado di portare ad una tranquilla salvezza la squadra, mettendola in campo anche in modo che giocasse un calcio propositivo ed interessantissimo a differenza di tante squadra che lottano per la salvezza, risultando tra le vere sorprese del campionato.

In passato è stato vicinissimo alla Juventus ed al Milan. Ora è tra i nomi papabili per la panchina della Nazionale, grande riconoscimento per anni di duro lavoro.

Il salto di qualità è rappresentato dal suo arrivo in una società importantissima del nostro campionato come la Sampdoria. Qui come ad Empoli è riuscito a tirare fuori il massimo da un gruppo composto da giocatori giovani, magari alle prime esperienze nella massima serie ( ma già nel mirino delle Big del calcio italiano ed europeo ) come Torreira, Schick, Skriniar e da altri molto più esperti come i vari Viviano, Barreto, Quagliarella e Muriel. Con alla base il solito 4-3-1-2. 
La grande evoluzione tattica avuta dalla squadra blucerchiata è stata il risultato del continuo lavoro giornaliero dell'allenatore, in grado ancora una volta di coniugare principi del calcio moderno a livello offensivo con un'organizzazione difensiva tra le migliori del campionato, andando vicino all'Europa nella scorsa stagione e rendendo l'attuale Sampdoria tra le outsider più concrete per l'Europa League.

In sole due stagioni Giampaolo è riuscito a riscattarsi e a smentire tutti quelli che sostenevano che fosse un allenatore ormai fallito ed a fine carriera, in grado a malapena di gestire un gruppo di Serie B. Difficile da dire come proseguirà la sua carriera. Quel che è certo però è che il riconoscimento fattogli dalla società blucerchiata prima ( contratto prolungato fino al 2020, sinonimo di grandissima fiducia e di volontà di programmare a livello tecnico a medio termine ) e dai suoi colleghi poi ( numerosi sono gli attestati di stima fattigli prima e dopo le partite ) è un segnale da non sottovalutare e che ci deve far rendere conto delle grandi capacità che possiede. 














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