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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

I nuovi volti della Premier pt. II

| Lele Aglietti |

Fine gennaio, vento forte. Tanto, troppo vento se si parla delle continue indiscrezioni e trattative. Al chiudersi della finestra del mercato invernale, infatti, stupisce senza alcun dubbio il ballo di attaccanti che gira attorno alla Premier League.


OLIVIER GIROUD



Ballo che, per molti giorni, ha provato a bussare anche alle porte della nostra Serie A;  e che Edin Dzeko, in extremis, ha deciso di non concedere ad Antonio Conte.
Dietro Dzeko, però, il coach italiano aveva con ogni probabilità una carta sicura da giocare al momento del bisogno e così, mentre la finestra si sta per chiudere, ecco che Oliver Giroud fa capolino. Conte gli tende la mano da una parte, dall'altra sicuramente Wenger lo aiuta a scavalcare. 
E Oliver Giroud allora approda a sorpresa a Stamford Bridge, vittima sacrificale del ballo degli attaccanti che ha trovato nell'Arsenal una delle protagoniste; il 31enne francese, giunto a metà stagione, colleziona presenze soltanto da subentrato, entrando in modo sporadico nel taccuino dei marcatori. La concorrenza tra le file dei Gunners è senza ombra di dubbio pesante; e a renderla più leggera non è di certo l'infortunio rimediato alla coscia, che lo costringe a stare lontano dai campi per circa un mese. Giroud rientra, ma all'alba del calciomercato l'intenzione di Wenger, con la partenza di Sanchez, non sembra minimamente essere quella di inserirlo appieno nel progetto. Anzi, arriva Aubameyang. Così l'attaccante francese decide di partire.

Giroud al Chelsea si rivela forse trattativa perfetta per entrambe le parti, sia squadra che giocatore, per una serie di circostanze, più o meno collegate fra loro: non scopriamo di certo oggi che l'allenatore ex Juve ama avere a disposizione una punta di peso su cui fare affidamento per far salire la squadra: non il pezzo forte di Micky Batshuayi, che infatti decide di partire. L'attaccante belga infatti, in due anni, non è mai riuscito a ritagliarsi un proprio spazio con Conte, partecipando spesso da subentrato. Il giocatore, quindi, parte e approda al Dortmund, liberando una slot nella rosa della squadra londinese; manca una concreta alternativa all'unica punta di ruolo Morata che, per di più, è ancora alle prese con un infortunio alla schiena; e quando il Chelsea non riesce a portare a termine la trattativa con la Roma per Dzeko, allora ecco che alle porte spunta Giroud: il calciatore ha le caratteristiche che Conte cerca e per lui, d'altra parte, è sicuramente il momento di cambiare aria.
Come può cambiare il Chelsea con Giroud!? E' ipotizzabile un tandem d'attacco del francese con Alvaro Morata e con un conseguente ritorno al tanto amato 3-5-2!? Evidentemente no, il modulo taglierebbe fuori, chiaramente, alcuni dei titolarissimi o, quantomeno, li relegherebbe ad un ruolo limitato per le loro caratteristiche e capacità: sulle corsie Willian potrebbe agire da esterno di centrocampo, mentre per Hazard il discorso è diverso: il fuoriclasse belga si troverebbe a dover interpretare una situazione difensiva che non rientra nelle sue corde. 
Potrebbe prendere quota molto presto allora il 3-4-1-2, modulo peraltro già utilizzato da Conte: il centrocampo non subirebbe stravolgimenti, mentre in avanti Hazard sarebbe libero di agire dietro alle due punte Morata e, appunto, lo stesso Giroud.

CENK TOSUN


Al ballo degli attaccanti decide di partecipare anche l'Everton, che a gennaio ha cambiato in modo sostanziale il volto del proprio attacco: i 29 gol messi a segno finora in 26 match sono lo specchio delle difficoltà del reparto offensivo dei Toffees. Così, a Liverpool, approdano Tosun e Walcott. La punta turca (con origini tedesche) si è unito alla squadra poco dopo l'apertura del mercato invernale e con tutte le probabilità entrerà a far parte in modo continuativo dell'undici titolare di mister Allardyce. Infatti finora non sembra aver estremamente convinto Niassè, che dopo un buon avvio di campionato ad oggi non sembra essere un'alternativa abbastanza concreta e affidabile per la fase offensiva della squadra. 
Il centravanti ex Besiktas, invece, ha tutte le carte in regola per provare a rivitalizzare la fase realizzativa. Abile nel gioco spalle alla porta, Tosun sa coniugare la capacità fisica per far salire la squadra alle capacità tecniche: abile nell'uno contro uno, nonostante la sua altezza importante è dotato di buona velocità. Caratteristiche che possono rivelarsi fondamentali perchè mettono al servizio della squadra la possibilità di giocare di sponda e allo stesso tempo di poter cercare la profondità.
C'è da dire che il calciatore, nonostante i 27 anni, è alla prima esperienza in uno dei massimi campionati europei e potrebbe quindi risentire del sostanziale cambiamento. Tosun ha già registrato la sua prima presenza nel campionato inglese, ma alle capacità tecniche dovrà saper coniugare una modesta abilità nell'adattamento, in una competizione tutt'altro che semplice. Ciò che però fa ben sperare è il rendimento avuto in campo europeo, dove al turco è sembrato non pesare troppo il confronto.

THEO WALCOTT


Sorte diversa invece per l'altro acquisto dell'Everton, Theo Walcott, che come Giroud è costretto a cavalcare l'onda degli addii.
Walcott lascia l'Arsenal dopo tredici stagioni con la maglia dei Gunners, decisione che, se per certi versi stupisce, per altri va a colmare le esigenze del calciatore: il trasferimento dell'esterno inglese, infatti, può essere considerato inevitabile se si considerano le poche possibilità che Wenger gli ha regalato per esprimersi in questa stagione, complice la grande concorrenza e i nuovi progetti dell'Arsenal piuttosto che la condizione fisica dell'attaccante, che a detta dello stesso Arsene Wenger è ancora un calciatore che ha molto da dare, per ciò che dimostra in allenamento e per il bagaglio tecnico che possiede. Ma nell'ultima sessione di mercato anche i Gunners hanno rivoluzionato il proprio reparto offensivo. E ognuno, quindi, deve guardare "in casa propria". Walcott è quindi costretto a mettere da parte questioni di cuore e iniziare una nuova avventura, con tanta speranza e gli stimoli di chi crede di avere ancora molto da dimostrare.
Il calciatore gioca da sempre nel campionato inglese e, presumibilmente, avrà molte meno difficoltà rispetto a Tosun nel digerire il cambiamento.
Il suo acquisto avviene senza alcun dubbio per far fronte alle difficoltà delle corsie dell'Everton in fase offensiva, dove i vari Vlasic, Bolasie e Sigurdsson per ora non hanno garantito il salto di qualità che servirebbe per avviare una svolta.
Dal punto di vista tattico, probabilmente, il volto della squadra di Allardyce non verrà rivoluzionato, piuttosto ci si aspetta un cambiamento dal punto di vista della concretezza; i due neo-acquisti, dati alla mano, hanno le carte in regola per dare un apporto qualitativo concreto e lenire, finalmente, la sterilità del reparto offensivo della squadra.

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