| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Luca Balbinetti |
Guardando una partita del Chelsea di Antonio Conte ci si può confondere, senza troppo sforzo, con il Leicester dei miracoli di Claudio Ranieri, e fidatevi non è un azzardo.
Ci sono ovviamente delle considerazioni da fare a priori: le due società non possono essere minimamente paragonate così come le due rose (ne i due allenatori) ma detto questo, sono più le affinità che le differenze. Il gioco espresso dal Chelsea è molto simile a quello delle Foxes di un anno fa, quando trionfarono in Premier. Sembra quasi che i problemi degli avversari siano rimasti gli stessi: scarsa capacità di essere continui con i risultati e fase difensiva a dir poco rivedibile.
La difesa invece rimane l'elemento imprescindibile per trionfare ovunque (ancor più in questo calcio inglese) ma come un anno fa sembra che di tutte le concorrenti al titolo inglese soltanto una squadra lo abbia capito. Non si deve assolutamente prendere gol, perché c'è la consapevolezza che con la qualità assoluta nelle ripartenze si farà male, prima o poi. L'elemento "Fenice" poi, è un altro punto in comune. Così come il volatile mitologico, le due squadre sono "rinate dalle ceneri", una, salvata miracolosamente un anno prima dalla retrocessione, l'altra sembra vicinissima alla conquista del titolo dopo essere arrivata decima l'anno precedente. In più c'è un giocatore che accomuna le due squadre e le modella a sua immagine e somiglianza, Kantè. Straripante è dire poco. Fondamentale per l'equilibrio tattico che fu di Ranieri prima,di Conte poi. Probabilmente ad oggi il centrocampista più decisivo della stagione, e la stabilità difensiva è anche e sopratutto una conseguenza della sua presenza in campo, senza alcun dubbio.
Certo l'anno scorso le concorrenti al titolo erano meno attrezzate per dar fastidio a Ranieri, ma quest'anno com'è possibile che la Premier sia finita con mesi di anticipo? Bravura di Conte certo, ma non solo. Possiamo dire comunque, che il tatticismo italiano paga spesso e volentieri, non piacerà agli amanti del "bel gioco", ma poi a maggio, sono i manager italiani ad alzare i trofei.