| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Emanuele Onofri |
La lotta per la retrocessione è sempre stata avvincente, quest’anno però il destino per tre squadre della nostra Serie A sembra già segnato. Crotone, Palermo e Pescara sembrano con un piede e mezzo in serie cadetta già a metà febbraio, con tredici giornate ancora da onorare. Diverse sono però le situazioni che hanno portato queste tre squadre a non essere in grado di competere nella serie maggiore.
Il Crotone dopo la straordinaria annata della scorsa stagione, che ha portato i calabresi ad una storica qualificazione in Serie A, ha perso i punti cardine del proprio undici titolare e soprattutto il proprio allenatore: infatti Juric ha preferito vestire i colori rossoblù genoani, andando ad allenare in una squadra ormai affermata e fare il salto di qualità. Genova, ma a tinte blucerchiate, è stata la destinazione scelta da Budimir, bomber della squadra, acquistato dalla Sampdoria di Ferrero, dove occupa stabilmente un posto in panchina. Crotone che ha perso anche il proprio fantasista: scaduto l’accordo con la Roma infatti, Federico Ricci è tornato temporaneamente a Trigoria per poi accasarsi alla corte di Eusebio Di Francesco, inanellando anche una serie di buone prestazioni come alternativa a Politano nel periodo in cui Berardi è stato out. La società non è stato in grado di colmare i vuoti lasciati dai giocatori che erano stati i maggiori artefici del titolo rossoblu, ma soprattutto Nicola, subentrato a Juric, si è dimostrato non essere ancora al livello degli altri allenatori, del resto il suo Livorno lo scorso anno è retrocesso in Lega Pro.
Nicola è bravo, ma i suoi non reggono i secondi tempi |
Il Palermo la scorsa stagione si era salvato per il rotto della cuffia, trascinato dalle giocate di Vazquez. Il presidente Zamparini lo ha però ceduto in estate e il Mudo è ora al Sevilla a seguire i dettami tattici di Sampaoli. A seguito di questa cessione la piazza si è nuovamente scagliata contro il patron, ritenuto ancora oggi il principale colpevole della situazione della squadra Siciliana: oltre al solito valzer di allenatori a cui siamo stati abituati, Zamparini insieme al suo DS ha investito sul mercato in giocatori decisamente non all’altezza della Serie A, troppo giovani, inesperti e qualcuno decisamente scarso. In extremis il Palermo ha anche riportato in Italia dalla Cina Alino Diamanti, che ha palesemente perso lo smalto, lasciato probabilmente addirittura a Bologna. L’unica freccia andata a segno della faretra di Zamparini è stato Nestorowski, attaccante di quantità e dotato di buona tecnica, che sta dando filo da torcere alle difese avversarie in Serie A e durante le qualificazioni ai prossimi mondiali, dove con la maglia della Macedonia ha impensierito anche la difesa Azzurra.
Il problema dei rosanero porta il nome di Maurizio Zamparini |
La squadra che ha però toccato il fondo è stato il Pescara: nove punti in classifica per gli abruzzesi, sei conquistati sul campo. Dopo un avvio che aveva fatto ben sperare gli uomini di Oddo hanno dimostrato manifesta inferiorità di fronte agli avversari, nonostante qualche buona prestazione come quella all’Olimpico contro la Roma. Una difesa evanescente e il poco peso specifico in attacco stanno condannando la squadra alla retrocessione. Specialmente nell’ultimo periodo il Pescara ha dato il peggio di se’, portando i tifosi a protestare violentemente. Alla fine il tecnico Massimo Oddo ha rinunciato al suo incarico, non vedendo più luce in fondo al tunnel dove però lui stesso si era infilato. In settimana è arrivata la notizia del nuovo allenatore che tenterà nell’impresa, anzi nel miracolo, di non far retrocedere il Pescara: sarà il Boemo, Zdenek Zeman, che ha scelto di seguire il cuore ed aiutare l’unica vera soddisfazione dei sui ultimi anni da allenatore, dopo i fallimenti con Roma e Lugano. Sullo stampo del suo celeberrimo 4-3-3 si spera che il Boemo faccia almeno divertire i tifosi biancazzurri in attesa dell’esito di questa stagione.
Le prestazioni e gli esiti in campionato di queste squadre dovrebbero far seriamente riflettere la Lega riguardo la conformazione del nostro campionato: venti squadre sembrano troppe per la serie maggiore ed in molti ultimamente stanno spingendo per ridurre il numero di queste a diciotto se non addirittura a sedici, come in alcuni dei maggiori campionati Europei. Per ora la risposta del Presidente Tavecchio è stata negativa, ma i fatti stanno minando le sue certezze, considerando anche che la riduzione del numero delle squadre porterebbe a dei benefici per le squadre che partecipano alle competizioni Europee, benefici che riporterebbero ad un ulteriore rilancio del nostro calcio. Il 6 marzo, "con un Abodi in più", magari qualcosa potrebbe cambiare.