| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Francesco Lalopa |
Per gli uomini di Maurizio Sarri il primo impegno alle fasi eliminatorie di Champions sarà nientemeno che contro i Campioni d'Europa in carica.
Qui andremo ad analizzare brevemente punti di forza e punti deboli della squadra che sta guidando la Liga.
Colpo d'occhio modesto ed atmosfera tranquilla: ecco a voi il Santiago Bernabeu |
Nelle ultime cinque in campionato, i "Blancos" hanno racimolato 12 punti con 4 vittorie ed 1 sconfitta, storica tra l'altro, perchè è quella che ha interrotto la striscia di 40 partite consecutive senza mai perdere, contro un'altra squadra che col pallone tra i piedi ci si trova a suo agio: il Siviglia di Sampaoli.
Il Real è in cima alla classifica con 49 punti ed una partita in meno, da recuperare col Valencia, ad un solo punto di vantaggio rispetto al Barcellona e a tre lunghezze rispetto al Siviglia.
Dopo un breve inizio come allenatore del "Castilla" ( la squadra B del Real Madrid ) e come assistente di Carlo Ancelotti nell'anno della "decima", Zidane diviene allenatore della prima squadra dopo l'esonero di Rafa Benitez, reo di non aver saputo acquisire la fiducia dei big a causa di prestazioni troppo altalenanti. Il 4 gennaio ha festeggiato un anno sulla panchina come capo-allenatore, anno in cui ha conquistato una Champions League, una Supercoppa Europea ed un Mondiale per Club.
In 12 mesi sulla panchina del Real ha messo in bacheca tre trofei importantissimi |
Zidane è stato in grado di restituire al Real una compattezza ed una solidità difensiva ( 18 gol subiti nella Liga, al pari dell'Atletico di Simeone e secondi solo al Villareal ) che nel periodo di Benitez pareva svanita, a discapito dello spettacolo.
Sulle orme del suo maestro Ancelotti, senza snaturare il talento dei suoi giocatori, è riuscito a plasmare la squadra a seconda dell'avversario di turno, mettendo al centro la fase di studio delle rivali, decidendo di partita in partita quale approccio tattico adottare: nel primo "Clasico" di stagione ha lasciato la palla ai "blaugrana" ed ha oscurato tutte le linee di passaggio degli avversari, rendendo impenetrabile la zona centrale del campo con un Modric nelle vesti di recupera palloni.
Nonostante ciò il Real resta una squadra che può segnare valanghe di gol, anche grazie all'artiglieria pesante che ha in rosa: Cristiano Ronaldo, Benzema, Bale, Morata.
Assente all'andata, sarà l'arma in più al ritorno |
Son principalmente due i sistemi di gioco utilizzati da Zidane in questa sua esperienza: un più cauto e quadrato 4-4-2, che in fase offensiva diventa un 4-2-3-1 ed il 4-3-3 che lo scorso anno gli ha permesso di conquistare la coppa dalle grandi orecchie, soprattutto grazie alla scoperta di Casemiro come argine davanti alla difesa.
In fase difensiva la chiave sta nella grande densità in mezzo al campo, dove sono oscurate le linee di passaggio per i centrocampisti, con grande aggressività in zona palla, magari col rischio di qualche cartellino giallo.
Offensivamente il modulo con due punte sacrifica parecchio Cristiano Ronaldo ( che già non aveva apprezzato questa collocazione con Ancelotti prima del definitivo 4-3-3 ), che non ha la libertà di muoversi su tutto il lato del campo ed isolarsi come nel 4-3-3, modulo utilizzato con Gareth Bale (grande assente di giornata ) in campo.
La chiave della partita sarà sicuramente a centrocampo, zona in cui il Napoli di Sarri esprime il meglio di se. Lì il Real Madrid può vantare un buonissimo mix di fisicità e tecnica grazie ad interpreti come Kroos, Casemiro e Modric.
Sarà proprio il croato l'osservato speciale durante la partita: è dai suoi piedi che partiranno tutte le giocate del Real, in una fantastica sfida a distanza con Jorginho ed Hamsik.