| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Max Strati |
Mancava dall’8 dicembre e la sua assenza si è fatta sentire parecchio; ora, però, è tornata e ce la godiamo.
Le prime quattro partite degli ottavi di finale ci hanno regalato gol, emozioni e sorprese. Soprattutto, clamore.
La sorpresa più grande è, senza dubbio, il crollo del Barcellona che viene asfaltato dal Psg di Emery che grazie alle reti di Di Maria (doppietta), Draxler e Cavani e ad una prestazione basata su una grandissima intensità dai parte dei suoi ragazzi (Rabiot su tutti) mette una seria ipoteca sul passaggio del turno anche se ancora mancano i 90’ minuti del “Camp Nou” dove servirà un Barcellona totalmente diverso per atteggiamento e idee, per compiere ciò che in Europa mai nessuno è riuscito a compiere, ribaltare uno 0-4. Un Messi imbarazzante e una difesa senza guida hanno lasciato strascichi anche sul ruolo di Luis Enrique, che molti danno a fine ciclo. Spostiamo però, come si diceva, l'analisi sulla prestazione maiuscola dei transalpini, che non hanno mancato in nessun reparto mostrando grinta. Verratti, sì, lo vorremmo in Italia.
L’altro ottavo di finale attesissimo era quello del “Bernabeu” tra Real e Napoli. Il Napoli ha provato con i mezzi a disposizione, il risultato non è stato per nulla umiliante, anzi gli uomini di un Sarri molto attento hanno avuto la forza di passare addirittura in vantaggio grazie ad un gran gol di Insigne che sfrutta un posizionamento errato di Navas. La partita poi si è senz'altro indirizzata verso i ragazzi di Zidane, che dal momento del gol preso hanno mangiato l’11 di Sarri centrando la “remuntada”, ma il Napoli non ha perso la bussola. Inaspettate, e francamente incomprensibili, le critiche di De Laurentiis al tecnico toscano. Potrebbero pesare.
Per quanto riguarda gli altri due ottavi fa quel che può il Benfica che chiude la gara di andata con il bel risultato di 1-0 frutto del gol di Mitroglou e degli errori macroscopici di Aubameyang, mentre il Bayern infligge un’altra umiliazione all’Arsenal di Wenger (giunto, inevitabilmente, alla fine di un ciclo ventennale) battendolo 5-1 e chiudendo già all’andata il discorso qualificazione. Gol capolavoro di Robben.