| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Paolo Brescia |
Dopo settimane di agitazione massima, calma. Lo Stadio della Roma si farà, si inizierà a costruire. Un punto fermo, tutto da stabilizzare, fondamentale per Roma, l'AS Roma, il calcio italiano. Per il centrosud tutto, unito dalla piaga della disoccupazione e dalle tante disavventure economiche. Certo, di fronte a una così grande promessa, che finalmente prende un taglio netto, quantomeno chiaro, urgono piccole considerazioni emergenti dalla riunione fiume di ieri in Campidoglio. E sì, il 24 febbraio è un giorno storico per la Roma, ma la vittoria non va assegnata all'intero universo capitolino.
Le X rosse su pezzi che mancheranno al nuovo progetto. NB non sono tutte |
Non è ancora il momento di riflettere su vincitori e vinti, a combattimenti appena iniziati. Poco è stato giocato, se non una prima, decisiva manche. Uno spareggio fondamentale ma solo di qualificazione. Cadono le torri, diminuiscono le cubature, ma resta sostanziale il luogo, la Tor di Valle che dal via al progetto aveva entusiasmato la dirigenza giallorossa. Quel luogo osteggiato dal fronte Grillin-Ambientalista. E' presto per riflettere anche sul ruolo che i cittadini si troveranno ad affrontare: sì, avranno uno stadio nuovo, di proprietà, con tanti confort, ma dal ridimensionamento del progetto deriva, come era prevedibile, un ridimensionamento delle opere pubbliche previste.
Il taglio delle tre torri di Libeskind e quello delle cubature, a primo impatto, cambiano in maniera definitiva il progetto di Marino e Caudo. Si perdono poi il prolungamento della metro B, il ponte aggiuntivo sul Tevere e la bretella sulla Roma-Fiumicino: tutte infrastrutture di cui la città aveva bisogno a prescindere dallo stadio, ma che dallo stadio prescindevano.
Dicevamo del luogo. Nelle brevi dichiarazioni alla stampa Virginia Raggi non ha spiegato, e chissà se Grillo lo farà, perché il paurosissimo rischio idrogeologico sia sparito a tempo di riunione. Anche qui è presto per capire come si posizioneranno i vertici (romani) del partito, ma non può essere una piena vittoria, non è una piena vittoria che questa amministrazione può assegnarsi in autonomia.
La sconfitta di tutti, e per questa riflessione non è assolutamente presto, arriva dalla enorme superficialità (politica, ma non solo) con cui l'argomento è stato trattato. PD vs M5S, ambientalismo bieco vs mero imprenditorialismo. Quasi uno "scontro di civiltà" senza arte ne parte. Se come detto non si può riflettere troppo su "chi vince e perde", nella sfida sul progetto (fermo restando alcuni punti chiave), abbiamo perso la partita quando per la durata delle discussioni abbiamo fatto prevalere il tifo, ridicolo, sul discorso politico, economico, sociale. A uscirne male in questo senso non è solamente quel M5S che tanto si è dimostrato diviso, ma che almeno ha agito sulla scena, ma anche quel partitismo romano addormentato, da FI al PD, spenti attori capaci di flebili #famostostadio o #ForzaRoma, ecc...Ma è il modo di agire corretto per un amministratore della cosa pubblica? Certo negli occhi abbiamo ancora il tweet di Virginia Raggi che "invita Totti in Campidoglio, per discutere", come se il 10 giallorosso avesse le minime competenze in materia. Superficialità. Peccato.
E poi ricorderemo le figuracce di regione e soprintendenza Mibact. Quel bene architettonico dal grande valore artistico, da difendere come novella Monna Lisa, ha gettato nel ridicolo per giorni il sistema italia, facendo trapelare la vittoria della burocrazia statalista sull'innovazione e l'investimento.
Quasi a smentire l'apertura, la sensazione che non ci siano ne vincitori ne vinti, a dirla tutta, è forte nella considerazione di chi scrive. Poi però vince il pensiero che, a giochi ancora tutti da fare, l'As Roma avrà la sua nuova casa. Quell'Arena che tanto aiuta i top club europei. L'As Roma, top club europeo. Utopia possibile.