| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Max Strati |
Giunti alla conclusione delle gare di andata degli ottavi di Champions, serve riannodare il filo e rivedere quanto successo nelle 8 gare viste in questi 15 giorni.
Sicuramente la gara più bella è quella che si è giocata all’”Etihad” tra Man City e Monaco con gli uomini di Guardiola che hanno avuto la meglio sugli uomini di Jardim con un rocambolesco 5-3 che ha visto numerosi ribaltoni nell’arco dei 90 minuti. Nell’altra gara, invece, l’Atletico di Simeone ha archiviato la qualificazione vincendo 4-2 in casa del Bayer Leverkusen. Due partite spettacolari, ricche di reti ed emozioni che però hanno messo in evidenza oltre agli straordinari attacchi, dei reparti difensivi a tratti improponibili per questi livelli; se per l’Atletico c’è la giustificazione delle assenze di Godin e Juanfran, per quanto riguarda Bayer, City e Monaco i problemi sono veramente tanti.
La coppia di centrali del Leverkusen ha sulla coscienza 3 delle 4 reti subite con un Dragovic continuamente umiliato dal duo Griezmann-Gameiro, mentre il City deve interrogarsi (per l’ennesima volta in questa stagione) sull’acquisto milionario (55 mln) di John Stones, che sì ha trovato il gol del 4-3, ma che in più occasioni nel corso dei 90 minuti, soprattutto nell'occasione del gol fantastico di Falcao, ha dimostrato di non essere all’altezza di questi palcoscenici e di non essere in grado, assieme ad Otamendi, di costituire un muro sufficientemente tranquillizzante per Pep Guardiola.
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Tutta un’altra storia, invece, per quanto riguarda la fase difensiva parlando di Juve, che ha messo in cassaforte la qualificazione grazie al 2-0 di Oporto arrivato con i gioielli di Pjaca e Alves, ma anche grazie all’ennesima ottima prova del pacchetto difensivo che, anche privo di un leader come Bonucci, non è mai andato in difficoltà nel corso dei 90 minuti. E’ allora evidente che squadre come Man City, lo stesso Monaco e, probabilmente, anche l’Atletico del “Cholo” (se non dovesse recuperare in tempi brevi Godin) nonostante abbiano grandissimi attacchi in grado di segnare parecchie reti se non riuscissero ad alzare il livello di attenzione delle proprie difese nei prossimi impegni europei non riusciranno ad arrivare fino in fondo, fino a giocarsi la tanto attesa finale di Cardiff del 3 giugno. Con la Juve che, dunque, resta alla finestra.