| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
| Francesco Lalopa |
Dodici mesi dopo una squadra italiana ritrova il Villareal ai sedicesimi di finale di Europa League. Lo scorso anno per gli azzurri di Sarri questo sorteggio portò all'eliminazione dalla competizione europea minore, i giallorossi di Spalletti sapranno costruirsi un destino migliore ? Cosa è cambiato in questo arco di tempo per i "sottomarini gialli" ? Andiamo a scoprirlo.
Pubblico caldissimo e colpo d'occhio notevole per la casa dei "sottomarini gialli", el "Estadio de la ceramica" |
Situata in sesta posizione in classifica ed in piena lotta per l'ultimo posto Europa League con Eibar e Athletic Bilbao, il Villareal viene da una striscia di tre pareggi, una vittoria ed una sconfitta nelle ultime 5 partite di campionato. La squadra si fa forte però della miglior difesa della competizione: appena 15 reti subite in 22 gare ( meno di un gol a partita ). Leggermente peggiore il dato durante la fase a gironi dell'Europa League: qui la difesa ha lavorato peggio ed ha incassato 8 reti in 6 gare ( poco più di una rete per partita ).
Differenti sono i numeri della fase offensiva che li relegano come nono miglior attacco della Liga, ben distante dalle altre squadre.
Proprio la difesa e la fase difensiva sono i punti di forza del Villareal: la squadra, quando non pressa il primo possesso avversario gioca corta e compatta, senza lasciare spazi ai giocatori avversari nella zona centrale del campo, spingendo le azioni sulla parte esterna del rettangolo di gioco. Differente è l'altra fase, quella offensiva: la maggior parte della produzione del Villareal arriva grazie alle ripartenze veloci subito dopo la riconquista della palla, molte di meno sono invece le azioni a difesa schierata, anche perchè il possesso palla, che si attesta attorno al 48%, è lasciato sempre agli avversari, proprio per sfruttare le ripartenze.
Cercato anche dalla Roma in estate, sarà Mateo Musacchio il grande assente di giornata |
Ad essere cambiata rispetto allo scorso anno è stata la guida in panchina: via Marcelino, vicino all'Inter in inverno tra le altre cose, dentro Fran Escribà, ex allenatore del Getafe e vice di Quique Sanchez Flores. Una volta presa la guida del Villareal, Escribà ha deciso però di non cambiare identità alla squadra, preferendo lavorare in continuità con l'idea di Marcelino, cercando di limarne i difetti, nonostante non si potesse più modificare la rosa, che era stata scelta completamente dal suo predecessore.
Che sia corretta la scelta di non cambiare il lavoro svolto da Marcelino ? |
Il modulo di riferimento, come detto precedentemente, non è cambiato: 4-4-2 formato da linee strettissime e compattissime in fase di non possesso che può diventare un ben più offensivo 4-2-3-1. Le due punte fanno i classici movimenti opposti a venire in contro e a scappare cercando la profondità, creando spazi per gli inserimenti delle ali o dei centrocampisti.
Proprio un centrocampista, tra i tanti pericoli come Sansone, Soriano ( Roberto ) o Bakambu, è da tenere d'occhio: Bruno Soriano, capitano, anima e secondo miglior marcatore della sua squadra.